Stoner di John Williams

Stoner di John Williams

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Scrivere una recensione due anni dopo l’uscita di un romanzo non è una cosa che faccio di frequente. In genere mi occupo di pubblicazioni recenti. Questa volta però non ho potuto fare a meno di fare un’eccezione. Perché Stoner di John Williams non è un libro come gli altri. L’editore Fazi l’ha pubblicato all’inizio del 2012 e da allora media e lettori italiani non hanno smesso di parlarne.

Pubblicato per la prima volta 1965, Stoner negli Usa passò inosservato (troppo grigiore forse per la voglia di successo degli americani?). Il suo percorso verso le luci della ribalta cominciò nel 2006 quando il libro fu riproposto dalla New York Review Books.

Dire qualcosa di nuovo su un romanzo che ha conquistato un pubblico vastissimo in mezzo mondo non è facile. Anche perché Stoner non ha una trama straordinaria, non racconta avventure mirabolanti, né si legge col fiato sospeso come i classici thriller. No, Stoner racconta la vita di un professore di letteratura inglese dell’università del Missouri, William Stoner appunto, dalla sua nascita, avvenuta nel 1891 in un’umile famiglia di contadini, fino al 1956, anno della alla morte.

In questo lasso di tempo il protagonista si sposa con una donna problematica che non lo ama, ha una figlia, qualche disavventura professionale e un’avventura extraconiugale. Storie di ordinaria esistenza, insomma.

Perché tanto clamore, allora? Perché John Williams è un narratore straordinario, di quelli che potrebbero rendere un capolavoro anche un trattato sulla storia di una forchetta.

L’abilità di Williams si manifesta nella capacità di cogliere i dettagli essenziali, quelli che fanno entrare il lettore nell’intimità della vita del protagonista, quelli che lo rendono umano, debole, fedele ai propri principi e per questo spesso vittima delle prevaricazioni altrui. Stoner è un libro in cui vorresti letteralmente entrare, vorresti stringere la mano al professore e poi dirgli: «Sveglia, basta con questa rassegnata bontà, reagisci, difenditi, fai qualcosa, sei un uomo!».

Invece, vai avanti a leggere imperterrito, non penetri nella mente di Stoner perché la scrittura in terza persona ne fa un attore su un palcoscenico, distante in teoria, eppure vicino, perché assomiglia a tanta umanità che conosci davvero. Così, ti accontenti delle piccole rivincite che il protagonista riesce a ottenere, gioisci e ti rattristi con lui, quasi fosse un amico.

Stoner è la rivincita della mediocrità. Una storia incolore capace, grazie alla magia del suo autore, di illuminare la letteratura. Se pensi a un gran romanzo, insomma, non puoi non pensare a Stoner.

  • Titolo: Stoner
  • Autore:  John Williams
  • Editore: Fazi
  • Pagine:  332
  • Prezzo: 17,50€
  • Voto: 81/2

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